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Cibi per il cervello: validità di frutta e verdura

Un maggiore consumo di frutta e verdure durante la mezza età può preservare la funzione cognitiva in età avanzata. Questo è quanto emerge da un importante studio longitudinale americano condotto su 27.842 uomini con un’età media di 51 anni nel 1986. Lo studio, conclusosi nel 1986, allorquando i soggetti reclutati erano giunti ad un’età media di 72 anni, ha registrato le abitudini alimentari dei partecipanti in relazione al declino delle funzioni cognitive soggettive. Rispetto ai modesti consumatori di frutta e verdure, i soggetti che abitualmente ne consumavano più di 6 porzioni al giorno presentavano una minore perdita di funzioni cognitive. Tra i cibi più protettivi si sono evidenziati pomodori, lattuga, cavoletti di Bruxelles, cantalupi, peperoni e fragole e, in particolare, salsa di pomodoro e succo di arancia, sebbene, rispetto a quest’ultimo alimento, i ricercatori mettono in guardia dal possibile rischio di eccedere con zuccheri e calorie. Un altro dato molto interessante è che affinché gli effetti protettivi si possano manifestare nella terza età è necessario che l’elevata ingestione dei suddetti alimenti iniziasse con largo anticipo, ovvero già durante la mezza età. Infatti, aver iniziato a consumare grandi quantità di frutta e verdura soltanto 6 anni prima della fine dello studio non ha fornito alcun effetto protettivo. Secondo gli autori, i meccanismi protettivi ipotizzabili sono da ricondurre all’elevato contenuto in composti protettivi antiossidanti e sostanze bioattive quali Vitamina A, B, C ed E, carotenoidi, flavonoidi e polifenoli.

ATTENZIONE: Le informazioni contenute nel Sito hanno esclusivamente scopo informativo, possono essere modificate o rimosse in qualsiasi momento, e comunque in nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento. Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti riguardo qualsiasi indicazione riportata.

Fonte: Yuan et al. Neurology 2018 DOI: 10.1212/WNL.0000000000006684

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2020-12-18T10:10:47+01:00
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