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DHA e Omega 3: un sostegno per crescere e ricordare

Tutti noi, durante la nostra infanzia, abbiamo ricevuto almeno una volta questo consiglio: “Mangia il pesce, contiene tanto fosforo che fa bene alla memoria!”. E noi, a quel tempo, abboccavamo all’amo proprio come il pesce sul nostro piatto.

Leggende e falsi miti hanno infatti sempre attribuito proprietà neuroprotettive al fosforo, ma adesso sappiamo che non è esattamente così: chi è il vero protettore dei nostri ricordi?

L’Acido Docosaesaenoico, per gli amici DHA, è un acido grasso polinsaturo a lunga catena della serie ω-3 (omega 3), definito semi-essenziale e quindi solo parzialmente sintetizzabile dall’organismo.

Fonti alimentari

Discreti livelli di DHA possono essere riscontrati appunto nel pesce (tonno, sgombro, salmone, alici) e nell’olio da essi ricavato: sembra infatti che i pesci in questione si cibino di alcune microalghe che, a loro volta, risultano ricche di DHA. Pochi altri alimenti possono garantire un apporto minimo di questo acido grasso, come uova e carne, specialmente nel caso in cui gli animali da cui derivano siano stati cibati con mangimi costituiti da pesce o semi di lino.

Gravidanza e allattamento

Durante la gravidanza e nei primi anni di vita, il bambino presenta un fabbisogno nutrizionale che deve essere soddisfatto adeguatamente affinché possa essere garantito uno sviluppo regolare ed una crescita controllata. A tal proposito, gli acidi grassi polinsaturi a lunga catena come il DHA giocano un ruolo centrale nella generazione di sane funzioni cerebrali, una formazione completa dei tessuti nervosi e del sistema visivo e, di conseguenza, uno sviluppo cognitivo e motorio ottimale, che avviene sia nella vita intrauterina che nei primi anni dopo la nascita.

Studi scientifici hanno ampiamente dimostrato come il trasferimento di DHA e di altri acidi grassi fondamentali avvenga dalla madre al figlio durante la gravidanza e nel periodo dell’allattamento, suggerendo l’importanza di monitorare con accuratezza i livelli di DHA nel sangue della madre sia prima che dopo il parto, affinché questi possano sempre restare adeguati al nutrimento del bambino.

Uno studio clinico ha dimostrato che bambini nati da madri sottoposte ad integrazione di DHA durante la gravidanza nascano con un cervello di dimensioni maggiori, rispetto a quanto visto per bambini nati da donne non sottoposte a trattamento.

Diverse linee guida internazionali suggeriscono l’integrazione di acidi grassi polinsaturi a lunga catena, tra cui il DHA, per gestanti con un basso indice di ω-3 al fine di ridurre il rischio di parto pretermine: dal momento che lo sviluppo cerebrale del nascituro avviene principalmente nell’ultimo trimestre, i bambini nati da parto prematuro potrebbero necessitare di un supplemento adeguato di DHA, così come le madri in fase di allattamento, per ovviare all’incompleto sviluppo cerebrale del neonato.

Neuroprotezione

L’approfondimento degli studi sul ruolo degli acidi grassi ω-3 a livello del sistema nervoso è dovuto al particolare coinvolgimento di queste molecole in diverse funzioni cerebrali, quali lo sviluppo sinaptico, integrità e plasticità neuronale e un conseguente incremento delle funzioni cognitive.

Sebbene si tratti di dati preliminari, alcuni studi recenti hanno dimostrato che l’integrazione di DHA nella dieta possa migliorare i sintomi dovuti a patologie neurodegenerative, quali Parkinson ed Alzheimer. Il dato dimostra che un alto apporto di DHA nella dieta possa rallentare sensibilmente il caratteristico declino fisico e cognitivo dei pazienti, fornendo un valido supporto al mantenimento dell’integrità delle membrane cellulari normalizzando di fatto le funzioni cerebrali.

Come ulteriore risultato, bassi livelli di DHA nel siero sono stati associati ad un aumento della amiloidosi cerebrale, correlata allo sviluppo di Alzheimer, in uomini adulti sani. Al contrario, è stato dimostrato che un livello adeguato di DHA possa favorire il mantenimento del fisiologico volume cerebrale.

Non solo per la memoria

In campo medico, gli acidi grassi ω-3 sono considerati particolarmente efficienti in maniera multidirezionale, riuscendo a ricoprire diversi ruoli nell’ambito delle proprie funzioni anticoagulanti, antipertensive e nella gestione del metabolismo lipidico, in aggiunta a quanto visto riguardo all’efficacia sul sistema nervoso centrale.

Numerosi studi hanno dimostrato che il consumo di acidi grassi ω-3, e DHA nella fattispecie, promuova una riduzione dei livelli di trigliceridi in maniera più efficace rispetto a quanto provocato dall’uso di statine, considerati per lunghi anni i farmaci d’elezione nella lotta al colesterolo.

Evidenze scientifiche rivelano che gli acidi grassi ω-3 a lunga catena siano in grado di prevenire patologie cardiache come aritmie e infarti del miocardio, e siano in grado di ridurre la pressione diastolica e sistolica del sangue migliorando notevolmente le funzioni vascolari.

Questi effetti sembrano essere attribuibili alla rapidità con cui queste molecole vengono incorporate all’interno delle membrane cellulari: esse influenzano positivamente le funzioni della cellula e dei tessuti ricoprendo un ruolo attivo nel sistema di produzione di alcuni eicosanoidi vasoattivi e di altri mediatori coinvolti nei processi di vasodilatazione e vasocostrizione.

Anche l’occhio vuole la sua parte

Il DHA rappresenta approssimativamente il 20% del peso complessivo della retina, e influisce attivamente sulla sopravvivenza neuronale e sullo sviluppo del sistema di vascolarizzazione retinico. In quanto acido grasso presente in quantità dominante, il DHA gioca un ruolo importante nel mantenimento dell’integrità retinica promuovendo principalmente l’incremento della produzione di GSH (glutatione), specificatamente coinvolto per il suo effetto antiossidante.

Studi in vitro confermano la capacità del DHA di preservare le cellule pigmentate della retina da stress ossidativo e da condizioni infiammatorie, riscontrabili in modelli patologici come la retinopatia diabetica, la degenerazione maculare età-dipendente e il glaucoma, in cui lo squilibrio dell’omeostasi ossidativa gioca un ruolo patogenico fondamentale in aggiunta alle correlate problematiche di tipo proliferativo e proangiogenico.

Conclusioni

Tutto questo ci porta a confermare la validità dei consigli ricevuti da bambini (sebbene parzialmente inesatti), non limitando l’attività di DHA e Omega 3 al potenziamento della memoria, ma estendendo le loro funzioni a tutta una serie di fattori cruciali nella vita di ogni essere umano, dal corretto sviluppo cerebrale di un nascituro fino ad arrivare ai sistemi di protezione da malattie neurodegenerative o cardiovascolari nell’adulto. Inoltre, il tutto accompagnato da una totale sicurezza e tollerabilità per l’organismo, facendo del DHA e degli Omega 3 un sinonimo di benessere e sostegno per la vita di tutti i giorni.

ATTENZIONE: Le informazioni contenute nel Sito hanno esclusivamente scopo informativo, possono essere modificate o rimosse in qualsiasi momento, e comunque in nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento. Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti riguardo qualsiasi indicazione riportata.

Fonti:

1. Rogers LK, Valentine CJ, Keim SA. DHA supplementation: current implications in pregnancy and childhood. Pharmacol Res. 2013 Apr;70(1):13-9. doi: 10.1016/j.phrs.2012.12.003. Epub 2012 Dec 21. PMID: 23266567; PMCID: PMC3602397.

2. Sun GY, Simonyi A, Fritsche KL, Chuang DY, Hannink M, Gu Z, Greenlief CM, Yao JK, Lee JC, Beversdorf DQ. Docosahexaenoic acid (DHA): An essential nutrient and a nutraceutical for brain health and diseases. Prostaglandins Leukot Essent Fatty Acids. 2018 Sep;136:3-13. doi: 10.1016/j.plefa.2017.03.006. Epub 2017 Mar 10. PMID: 28314621.

3. Din JN, Newby DE, Flapan AD. Omega 3 fatty acids and cardiovascular disease–fishing for a natural treatment. BMJ. 2004 Jan 3;328(7430):30-5. doi: 10.1136/bmj.328.7430.30. PMID: 14703544; PMCID: MC313905.

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