Dieta Chetogenica
Per più di 50 anni, le linee guida dietetiche negli Stati Uniti si sono concentrate sulla riduzione dell’assunzione di grassi saturi e totali. I tassi di obesità e diabete, tuttavia, sono aumentati notevolmente durante questo periodo. Di recente, le diete chetogeniche hanno ricevuto un’attenzione sostanziale da parte del grande pubblico e della comunità della ricerca nutrizionale. 1
Una dieta chetogenica consiste principalmente di grassi abbondanti, proteine moderate e carboidrati molto bassi. I macronutrienti alimentari sono suddivisi in: 55% – 60% di grassi, 30% – 35% di proteine e 5% – 10% di carboidrati. In particolare, in una dieta da 2000 kcal al giorno, i carboidrati ammontano a 20-50 g al giorno.2
I carboidrati sono la fonte primaria di produzione di energia nei tessuti del corpo. Quando il nostro organismo è privato di carboidrati, a causa della riduzione dell’assunzione a meno di 50 g al giorno, la secrezione di insulina viene significativamente ridotta e il corpo entra in uno stato catabolico. I depositi di glicogeno si esauriscono, costringendo il corpo a subire determinati cambiamenti metabolici. Due processi metabolici entrano in azione quando c’è una scarsa disponibilità di carboidrati nei tessuti corporei: gluconeogenesi e chetogenesi. 2
La gluconeogenesi è la produzione endogena di glucosio nel corpo, specialmente nel fegato e principalmente da acido lattico, glicerolo e dagli aminoacidi alanina e glutammina. Quando la disponibilità di glucosio diminuisce ulteriormente, la produzione endogena di glucosio non è in grado di tenere il passo con i bisogni del corpo e inizia la chetogenesi, al fine di fornire una fonte alternativa di energia sotto forma di corpi chetonici. I corpi chetonici sostituiscono il glucosio come fonte primaria di energia. Gli acidi grassi vengono metabolizzati in acetoacetato, che viene successivamente convertito in beta-idrossibutirrato e acetone. Questi sono i corpi chetonici di base che si accumulano nell’organismo con il mantenimento di una dieta chetogenica. Questo stato metabolico viene definito “chetosi nutrizionale”. Finché il corpo è privo di carboidrati, il metabolismo rimane nello stato chetotico.2
Per decenni, il grasso dietetico è stato inequivocabilmente considerato causa di obesità, in base alla sua elevata densità energetica e appetibilità. Secondo il modello di obesità carboidrati-insulina, i carboidrati come il pane, il riso e i prodotti a base di patate e zuccheri aggiunti, promuovono la conservazione dei grassi, aumentano la fame e un minore dispendio energetico, predisponendo all’obesità e al diabete gli individui sensibili.1
Le persone che seguono una dieta chetogenica, inizialmente subiscono una rapida perdita di peso fino a 4,5 kg in 2 settimane o meno. Questa dieta ha un effetto diuretico e induce una perdita di peso precoce dovuta alla perdita dell’acqua, seguita da una perdita di grasso. È interessante notare che, con questo programma dietetico, i muscoli magri del corpo sono in gran parte risparmiati.
Una dieta chetogenica può essere seguita per un minimo di 2-3 settimane fino a 6-12 mesi. È indispensabile un attento monitoraggio delle funzioni renali durante una dieta chetogenica e il passaggio da una dieta chetogenica a una dieta standard, dovrebbe essere graduale e ben controllato. 2
OBESITA’ E DIABETE
In pazienti altrimenti sani con obesità la perdita di peso indotta è rapida, intensa e sostenuta fino ad almeno 2 anni, tuttavia la comprensione degli impatti clinici, sicurezza, tollerabilità, efficacia, la durata del trattamento e la prognosi dopo l’interruzione della dieta sono difficili e richiedono ulteriori studi per comprendere i meccanismi specifici della malattia.2
In uno studio crossover più recente, 17 uomini con obesità hanno consumato per 4 settimane diete a bassissimo contenuto di carboidrati (4%) o moderati (35%). I partecipanti hanno perso più peso e hanno riferito meno fame con la dieta a basso contenuto di carboidrati.
Nel 2019 l’American Diabetes Association ha dichiarato che le diete a basso contenuto di carboidrati (comprese quelle che mirano alla chetosi nutrizionale) sono tra i modelli alimentari più studiati per il diabete di tipo 2. In uno studio condotto su 262 adulti, con diabete di tipo 2 e finalizzato a una dieta a bassissimo contenuto di carboidrati, la perdita di peso media è stata di 11,9 kg con riduzioni sostanziali nell’uso di farmaci ipoglicemizzanti diversi dalla metformina.
Le diete chetogeniche sembrano essere più efficaci delle diete a basso contenuto di grassi per il trattamento dell’obesità e del diabete. La chetosi cronica, oltre alle riduzioni della glicemia e dell’insulina ottenibili attraverso la restrizione dei carboidrati, potrebbe conferire benefici metabolici unici rilevanti per il cancro, le condizioni neurodegenerative e altre malattie associate all’insulino-resistenza. 1
ESERCIZIO FISICO E DIETA
Per gli atleti che praticano allenamenti di resistenza aerobica (ciclismo, corsa, jogging, nuoto, ecc.), la letteratura supporta la chetogenica come strategia efficace per ridurre il peso corporeo e la massa grassa, in particolare nel periodo di 3-12 settimane.Le prestazioni nell’ esercizio di resistenza a intensità bassa-moderata non sono influenzate dalla dieta chetogenica. Le prestazioni di esercizi a intensità più elevate, invece, possono effettivamente essere compromesse.
L’esercizio anaerobico (power lift, sollevamento pesi, ecc.) è un esercizio ad alta intensità e bassa durata che dura meno di 2 minuti. Il fabbisogno energetico dipende fortemente dal glicogeno del muscolo scheletrico. Un consumo adeguato di aminoacidi essenziali, invece, è importante per supportare la sintesi proteica necessaria per riparare e ricostruire il muscolo. A questo proposito, la dieta chetogenica in genere fornisce un apporto proteico sufficiente per evitare la carenza di aminoacidi.
Per gli atleti interessati alla potenza e alla forza anaerobica, la dieta chetogenica a breve termine non influisce negativamente su questi parametri di prestazione, ma può portare a una riduzione indesiderata della massa corporea magra o a una brusca ipertrofia dei muscoli scheletrici. 3
Le conoscenze disponibili non dimostrano alcun chiaro beneficio in termini di prestazioni per gli atleti che seguono una dieta chetogenica. Nonostante molte delle prove non hanno apportato alcun vantaggio in termini di prestazioni, è importante notare che la chetogenica spesso non ha causato un decremento delle prestazioni. 4
EFFETTI INDESIDERATI E CONTROINDICAZIONI
Gli effetti a breve termine (fino a 2 anni) della dieta chetogenica sono ben segnalati e stabiliti. Tuttavia, le implicazioni per la salute a lungo termine non sono ben note a causa della letteratura limitata.
Gli effetti collaterali a breve termine più comuni e relativamente minori della dieta chetogenica includono una raccolta di sintomi come nausea, vomito, mal di testa, affaticamento, vertigini, insonnia, difficoltà nella tolleranza all’esercizio fisico e costipazione, a volte indicati come influenza cheto. Questi sintomi si risolvono in pochi giorni o alcune settimane. Garantire un’adeguata assunzione di liquidi ed elettroliti può aiutare a contrastare alcuni di questi sintomi. Gli effetti collaterali a lungo termine includono steatosi epatica, ipoproteinemia, calcoli renali e carenze di vitamine e minerali.2
I pazienti diabetici, che assumono insulina o agenti ipoglicemizzanti orali, soffrono di grave ipoglicemia se la terapia farmacologica non è stata adeguata prima di iniziare una dieta chetogenica.
Alcuni dei casi in cui la dieta chetogenica è controindicata sono i pazienti con pancreatite, insufficienza epatica, disturbi del metabolismo dei grassi, porfirie (alterato metabolismo dell’eme).2
Sulla base delle prove disponibili, una dieta chetogenica ben formulata non sembra avere grossi problemi di sicurezza per il grande pubblico e può essere considerata un approccio di prima linea per l’obesità e il diabete. Saranno necessari studi clinici di alta qualità sulle diete chetogeniche, per valutare importanti domande sui loro effetti a lungo termine e il pieno potenziale della medicina clinica.1
ATTENZIONE: Le informazioni contenute nel Sito hanno esclusivamente scopo informativo, possono essere modificate o rimosse in qualsiasi momento, e comunque in nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento. Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti riguardo qualsiasi indicazione riportata.
Fonti: Nutr 2020 Jun – The Ketogenic Diet: Evidence for Optimism but High-Quality Research Needed David S Ludwig.Treasure Island -(FL): StatPearls Publishing; 2020 Jan-. Ketogenic Diet – Wajeed Masood; Pavan Annamaraju; Kalyan R. Uppaluri.Nutrients. 2019 Oct; 11(10): 2296. Ketogenic Diets and Exercise Performance – Kristin L. Harvey, Lola E. Holcomb, and Stephen C. Kolwicz, Jr.Open Access J Sports Med. 2019; 10: 171–183. – Impact Of Ketogenic Diet On Athletes: Current Insights – Fionn T McSwiney, Lorna Doyle, Daniel J Plews and Caryn Zinn
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