Il latte, nemico o alleato?
Quando si parla del latte, spesso ci si trova davanti a un flusso di informazioni incoerenti (e spesso fuorvianti) sugli effetti sulla salute. Le prove scientifiche più recenti supportano il consumo di latte vaccino e latticini come parte di una dieta equilibrata, ma andiamo con ordine.
Il latte vaccino è composto per circa l’87% da acqua, contiene inoltre, in media, il 3% – 4% di grassi, il 3,5% di proteine, circa il 5% di lattosio e l’1,2% di minerali, con qualche variazione a seconda della razza dell’animale.
L’importanza dei nutrienti contenuti nel latte.
Il latte contiene: proteine, calcio, fosforo, magnesio, manganese, zinco e Vitamina K. Queste sostanze sono necessarie per costruire un solido sistema scheletrico nell’infanzia e nell’adolescenza. Servono, inoltre, a mantenere la struttura ossea durante l’età adulta. Negli adulti, infatti, il consumo di alimenti che forniscono quantità adeguate di queste sostanze, riduce il fenomeno del riassorbimento osseo, rallentando così la perdita ossea correlata all’età.
Le diete più comuni, che prevedono l’assunzione di piccole quantità di latte e yogurt, tuttavia, sono in media inadeguate in termini di apporto di calcio.
Ovviamente anche altri alimenti, ovvero quelli vegetali (ad es. legumi, mandorle, prezzemolo e salvia), contengono notevoli concentrazioni di calcio. Tuttavia, se si prende in considerazione il contenuto di calcio, il valore energetico per porzione e il costo relativo di ogni alimento, è possibile concludere che il latte vaccino rimane la fonte dietetica di calcio più vantaggiosa. Questo alimento, infatti, fornisce energia, di alta qualità,proteine, calcio e anche acidi grassi essenziali, a un prezzo contenuto. Inoltre, il calcio del latte e dei latticini viene assorbito in maniera ottimale dal nostro organismo.
Il latte e suoi effetti sulle patologie.
Da tempo nella comunità medica è diffusa la convinzione che il consumo di latte (latte intero) è associato ad un aumento del rischio cardiovascolare o coronarico. Questo è probabilmente derivato dall’elevata percentuale di acidi grassi saturi nel latte (circa il 70% della frazione lipidica totale). Essi, infatti, aumentano i livelli di colesterolo LDL, un fattore di rischio riconosciuto per la malattia coronarica. Tuttavia, recenti studi sembrano escludere un effetto del consumo di latte sul rischio cardiovascolare. Assumendo latte, infatti, il rischio coronarico è risultato generalmente invariato o non significativamente aumentato.
Da tempo nella comunità medica è diffusa la convinzione che il consumo di latte (latte intero) è associato ad un aumento del rischio cardiovascolare o coronarico. Questo è probabilmente derivato dall’elevata percentuale di acidi grassi saturi nel latte (circa il 70% della frazione lipidica totale). Essi, infatti, aumentano i livelli di colesterolo LDL, un fattore di rischio riconosciuto per la malattia coronarica. Tuttavia, recenti studi sembrano escludere un effetto del consumo di latte sul rischio cardiovascolare. Assumendo latte, infatti, il rischio coronarico è risultato generalmente invariato o non significativamente aumentato.
Un effetto positivo del latte è quello di ridurre il rischio di eventi cerebrovascolari (es. Ictus). Studi americani e svedesi, infatti, hanno rilevato che i livelli circolanti di acidi grassi del latte sono correlati a una riduzione del rischio di ictus e infarto miocardico.
Il latte, inoltre, funge un ruolo di protezione su alcune condizioni patologiche. Ad esempio, nei soggetti di studio che hanno consumato maggiori quantità di latte, è stata riscontrata una riduzione di circa il 10% del rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.
Le linee guida.
Nonostante le diverse raccomandazioni, differenti da nazione in nazione, sul consumo di latte e dei prodotti lattiero-caseari, tutte le linee guida raccomandano il consumo quotidiano di latte e yogurt.
In Italia le assunzioni di riferimento sono di circa 2-3 porzioni di latte al giorno. Una porzione si riferisce a una quantità di 150ml (un bicchiere medio).
Nel complesso, l’attuale letteratura scientifica suggerisce che un consumo appropriato di latte e dei suoi derivati, può essere utile in tutte le fasce d’età, ad eccezione di condizioni mediche specifiche come l’intolleranza al lattosio o l’allergia alle proteine del latte.
Se vi stavate chiedendo, quindi, se il latte può essere assunto senza timori, la risposta è si! Che sia al mattino o come break, al bar come in casa, possiamo tranquillamente gustarci questa bevanda che da sempre accompagna la nostra alimentazione.
ATTENZIONE: Le informazioni contenute nel Sito hanno esclusivamente scopo informativo, possono essere modificate o rimosse in qualsiasi momento, e comunque in nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento. Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti riguardo qualsiasi indicazione riportata.
J Am Coll Nutr. Mar-Apr 2019;38(3):197-208. Cow’s Milk Consumption and Health: A Health Professional’s Guide.
Marangoni Franca, Pellegrino Luisa, Verduci Elvira, Ghiselli Andrea, Bernabei Roberto, Calvani Riccardo, Cetin Irene, Giampietro Michelangelo, Perticone Francesco, Piretta Luca, Giacco Rosalba, La Vecchia Carlo, Maria Brandi Luisa, Ballardini Donatella, Banderali Giuseppe, Bellentani Stefano, Canzone Giuseppe, Cricelli Claudio, Faggiano Pompilio, Ferrara Nicola, Flachi Evelina, Gonnelli Stefano, Macca Claudio, Magni Paolo, Marelli Giuseppe, Marrocco Walter, Miniello Vito Leonardo, Origo Carlo, Pietrantonio Filomena, Silvestri Paolo, Stella Roberto, Strazzullo Pasquale, Troiano Ersilia, Poli Andrea.
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