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Grassi Idrogenati

Sempre più spesso, tra i banchi dei nostri supermercati o in tv, ci imbattiamo in prodotti contenenti la dicitura “senza grassi idrogenati”. Ma perché questa frase è sponsorizzata da tutti come un fattore positivo e cosa sono veramente i grassi idrogenati? Per scoprirlo dovremmo fare un breve excursus storico.

I grassi idrogenati

I grassi idrogenati sono molecole sintetiche derivate dal processo di conversione dell’olio vegetale naturale (grasso liquido) in grasso allo stato solido. Questo passaggio avviene grazie ad un processo chimico chiamato appunto idrogenazione. Questa scoperta, risalente a oltre cento anni fa, ha avuto un grosso impatto sulla nostra salute e sulla produzione alimentare. L’industria alimentare, ha infatti iniziato a commercializzare con entusiasmo il grasso idrogenato per via della sua praticità, questo perché il grasso in forma solida è più facile da confezionare e presenta benefici dal punto di vista della conservazione.

Per molti decenni, siamo stati inondati da milioni di tonnellate di varie margarine (ricche di grassi idrogenati). Questi prodotti, tuttavia, furono erroneamente commercializzati come più salutari, a causa dell’assenza di colesterolo, suggerendo così di poter utilizzare la margarina al posto del burro. I grassi idrogenati, infatti, presentano un effetto negativo non trascurabile, poiché essi possono disordinare le membrane delle cellule del nostro organismo e influenzare la loro fluidità. Gli acidi grassi idrogenati, inoltre, non possono essere utilizzati per produrre molecole di “segnalazione chimica” perché hanno forme innaturali che non sono riconosciute dagli enzimi. Tutto quanto detto ha ampie implicazioni negative per i sistemi e le funzioni del corpo, comprese le malattie cardiache e le funzioni cerebrali.

Gli studi

Il rischio primario per la salute, identificato per il consumo di grassi idrogenati, è un rischio elevato di malattia coronarica. Studi metabolici hanno dimostrato, infatti, che queste sostanze hanno un effetto negativo sui livelli di lipidi nel sangue, in particolare aumentano il colesterolo LDL (o cattivo) e diminuiscono il colesterolo HDL (o buono). È stato osservato che i grassi idrogenati sembrano inoltre aumentare il rischio di malattia coronarica più di qualsiasi altro nutriente, conferendo un rischio alto già a bassi livelli di consumo (dall’1 al 3% dell’apporto energetico totale).

Relativamente alle funzioni cerebrali, è importante notare che il cervello comprende circa il 70% di grasso. Il grasso idrogenato della dieta viene incorporato nelle membrane delle cellule cerebrali e, quindi, può alterare la capacità dei neuroni di comunicare. Ciò significa che questo meccanismo può diminuire le nostre prestazioni mentali.

Un’ulteriore revisione di diversi studi, inoltre, ha indicato una relaziona tra l’assunzione di grassi idrogenati e il rischio di disturbi cognitivi. In particolare, attraverso studi sull’uomo, è stata notata una relazione dannosa tra l’assunzione di grassi idrogenati e il rischio di depressione. È stato osservato, inoltre, che vi sono prove crescenti di possibili fattori di rischio dietetici, come i grassi idrogenati, nello sviluppo dell’Alzheimer e nel declino cognitivo con l’età. Gli individui con dieta ad alto consumo di grassi idrogenati, infatti, avevano quattro volte il rischio di sviluppare la malattia rispetto a coloro che avevano un consumo più basso.

Conclusioni

Riguardo ai grassi idrogenati, quindi, la ricerca negli ultimi decenni ha documentato un rischio importante per la nostra salute. Anche se i giganti dell’industria alimentare, sono stati improvvisamente esposti a un drastico cambiamento nelle loro linee di produzione, ad oggi esistono innumerevoli alimenti privi di queste, poco salutari, molecole sintetiche. L’evidenza scientifica, infatti, è fermamente finalizzata al migliore interesse della salute e sta sempre di più spingendo per l’abbandono dei grassi idrogenati all’interno degli alimenti.

ATTENZIONE: Le informazioni contenute nel Sito hanno esclusivamente scopo informativo, possono essere modificate o rimosse in qualsiasi momento, e comunque in nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento. Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti riguardo qualsiasi indicazione riportata.

Fonti:

  1. Ginter E., Simko V.. New data on harmful effects of trans-fatty acids. Bratisl Med J 2016; 117 (5).

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2021-11-12T09:53:35+01:00
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